lunedì 26 settembre 2011

L'importanza dell'apparire: il narcisismo della società moderna

Appare evidente come la società di oggi eserciti forti pressioni sugli individui. Il nostro modo di essere con e verso gli altri è segnato da stereotipi non solo culturali ma essenzialmente sociali da cui appare difficile ed a volte impossibile astenersi. Se da una parte il confronto con gli altri è un elemento essenziale per la costituzione di una sana identità, dall'altra, quando il giudizio esterno si sostituisce completamente alla capacità di definire i nostri bisogni e desideri, ne risulta una scissione pericolosa che, a lungo andare, porta ad una condizione di profondo disagio che si manifesta attraverso un senso di vuoto ed un'angoscia profonda.
Oggi la società ci spinge a vivere in un'eterna fase adolescenziale; non è lecito invecchiare e tutti possono fare tutto senza preoccuparsi delle conseguenze. Ricchezza e potere sopperiscono alle mancanze del nostro corpo che invecchia, finendo per dimenticare che, in realtà,“noi siamo il nostro corpo” e che i nostri bisogni e desideri non possono non mutare con esso. Di contro ai bambini viene chiesto di essere adulti e vengono esibiti per appagare la vanità dei genitori. A loro vengono imposti ritmi superiori alle proprie possibilità attraverso attività senza fine che non lasciano il tempo di giocare, soli con se stessi. Lo spostamento d'attenzione da ciò che proviamo a ciò che gli altri ritengono si debba provare confonde la differenza fra menzogna e realtà. Allora ecco che è vero ciò che la società pensa sia vero e che se un'opinione è sostenuta da una persona di potere allora è vera, poichè importante non è più la realtà in se ma l'idea che la società ha della realtà stessa. Il bisogno estremo di dover nutrire a tutti i costi un'immagine artificiale, confezionata appositamente per suscitare ammirazione ed invidia negli altri , anche a costo di sacrificare i nostri bisogni più profondi, è ormai una tendenza diffusa ed anzi incoraggiata dalla società moderna. Questo atteggiamento, condiviso e per certi versi naturale può, in alcune persone, essere tanto pervasivo e profondo da essere agito in modo inconsapevole. Persone che mettono in atto questa modalità mancano della capacità di discernere ciò che è importante per loro da ciò che gli altri ritengono importante. L'appetibilità sociale diviene l'unico indice di valutazione nella ricerca del piacere, sia nel possesso dei beni materiali che nella qualità delle relazioni interpersonali. Un simile atteggiamento nei confronti della propria vita, diventa fonte di enormi disagi poiché va a ledere la nostra capacità di essere in contatto con emozioni e bisogni.
Questo modo narcisistico di porsi in relazione con se stessi e con il mondo esterno consiste in un eccessivo investimento su un'immagine di se artificiosa, sempre mantenuta con grande fatica e impegno, a dispetto di un'identità reale che quando è percepita viene vissuta come debole e fonte di vergogna. Alla base del narcisismo c'è una profonda ferita legata al non riconoscimento della propria identità. Nella fanciullezza le figure primarie, cioè i genitori o chi per loro (in particolare la figura materna) hanno suscitato nel bambino la convinzione di poter essere accettato ed amato solo nella misura in cui era in grado di soddisfare i bisogni e le aspettative dei genitori. Accettando questo compromesso, l'individuo non sviluppa mai un senso di se ed un'identità autonoma, spostando la sua attenzione sugli altri per decidere ciò che è importante per lui. In sostanza, da adulto, delegherà agli altri il ruolo inizialmente svolto dai genitori. La società diviene allora l'indice principale a cui uniformarsi e ricchezza, bellezza e successo gli unici obiettivi della propria vita. Proprio perchè agli individui narcisisti manca una bussola interiore questo processo diventa una corsa senza fine. Il successo non è mai abbastanza e la ricchezza non è mai sufficiente poiché c'è sempre qualcuno da emulare o superare. In realtà questa ricerca di potere, attraverso l'invidia e l'ammirazione che tentano di stimolare negli altri, è un modo per difendersi dalla profonda vulnerabilità che li caratterizza nell'essere così irrimediabilmente dipendenti dal giudizio altrui. Essere ammirati diventa l'unico modo per fuggire da un senso di vuoto e angoscia che deriva proprio dal non essere in grado di ascoltarsi e dar voce ai propri bisogni reali. Non stupisce quindi come i narcisisti siano più preoccupati di ciò che gli altri pensino di loro piuttosto di come loro stessi si vedano o si sentano. Nel narcisismo c'è infatti una reale difficoltà a contattare le proprie emozioni, obiettivi e desideri; l'unico termine di paragone diviene l'ammirazione altrui e quanto la meta è desiderabile dalla collettività. Poco importa se per la persona avrebbe poco valore, se gli altri ritengono una cosa ambita allora anche per il narcisista lo è. A livello culturale ciò porta ad una perdita di valori e ad una superficialità nei rapporti sociali; il loro senso morale è tutt'altro che rigido poiché tutto è lecito se il risultato è il successo. Il corpo è uno strumento da abbellire e sottomettere ai canoni estetici dettati da altri. Tendono ad essere seduttivi e manipolativi. Aspirano ad ottenere il potere ed il controllo sugli altri per non sentirsi dominati e controllati. Poiché il narcisista non ha una chiara consapevolezza di se come individuo bensì vive in base ad un ideale a cui fa di tutto per corrispondere, per lui i limiti non esistono e il suo rapporto con gli altri e con il mondo rispecchia questa attitudine. Ecco allora che nulla è impossibile, che si può vivere al di sopra delle proprie possibilità senza preoccuparsi del domani, che le risorse dell'ambiente sono infinite e che l'altro è solo un mezzo per ottenere una gratificazione personale. Il narcisista vive nell'illusione che tutti possano fare tutto e che si possa fare e dire qualsiasi cosa senza preoccuparsi delle conseguenze.
Fondamentalmente il narcisista ritiene di essere speciale ed unico e che solo altre persone speciali o di rango elevato possano capirlo. Ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, richiede eccessiva ammirazione, ha fantasie di grandiosità e cerca di stimolare invidia poichè lui, per primo, è profondamente invidioso nei confronti di ciò che non possiede o di ciò che non è.
A livello corporeo è bene proporzionato e spesso atletico ed agile, questo perchè in lui non è bloccato il movimento bensì la funzione percettiva. Gli occhi sono presenti benchè manchino della capacità di guardare veramente; non c'è vera attenzione all'altro ma solo come specchio per vedere se stessi. Vi è spesso una tensione alla base del cranio, area collegata ai centri visivi. A livello emotivo, oltre a vissuti di vuoto ed angoscia c'è sempre un'intensa rabbia ed una profonda tristezza, entrambe saldamene negate, ed un sentimentalismo eccessivo come fosse una sapiente imitazione di emozioni autentiche.
Il pericolo di non vedere se stessi e gli altri è quello di vivere in un mondo popolato da specchi, alla frenetica ricerca di immagini in cui identificarsi, immagini che in realtà non ci appartengono del tutto ma che ci aiutano ad accantonare la tragica sensazione di esserci persi e di non sapere, in realtà, chi siamo veramente.